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Dopo un po’ di anni trascorsi a cantare a squarciagola nei lunghi e solitari viaggi in auto, un giorno mi capita uno che parla di storia. Così dal nulla YouTube mi spara questa lezione di un certo professore Adriano di Gregorio.
Ero alla guida e dal momento che parlava dell’antica Roma lasciai la lezione perché mi incuriosiva. Ancora di più mi incuriosiva questo personaggio dall’accento siciliano che teneva lezione da una cattedra.
Rimasi estasiato e appassionato. Capii che l’epoca della musica era finita. Ora si cominciava con la “storia”. Da quel giorno non ascolto più musica in auto. Solo cultura, e cultura di qualità.
Le decine ore trascorse alla guida e gli algoritmi di YouTube, mi trasportano in giro per ore e ore di storia, moderna, antica, preistoria e di più. Approdo al prof. Alessandro Barbero che ritengo essere uno dei più bravi comunicatori di questo secolo. Ascolto tutto quello che esiste sul tubo anche di questo straordinario storico. Srotolando km di autostrade davanti a me ascoltavo lezioni di qualunque argomento. Naturalmente l’autostrada non bastava più, erano “storie” anche quando facevo faccende a casa.
Un sabato mattina mi imbatto in una voce nuova, dalla cadenza lievemente romanesca. Lo lascio parlare a capisco che si tratta di una lezione scientifica su spazio e tempo. Sotto il video che di cui ascoltai la lezione quella mattina di un sabato qualsiasi.
Inutile dire che nel planetario di preferenze entrarono temi di ogni genere scientifico. La lezione mi appassionò tantissimo. Molti di questi temi, di autori di simile esperienza, erano legati al filone più attraente (secondo me) di spazio , tempo, relatività generale e buchi neri. Narratore di quel video era il prof. Eugenio Coccia
Ascolta e ascolta alla fine ti fai un idea, di sicuro profana, lontana da criteri scientifici profondamente fondati dalla matematica e dalle incredibili formule di fisica, ma pur sempre un idea.
Faccio una piccola digressione. Lavorai per un periodo di circa 4 mesi a Salvador Bahia in Brasile. Appena arrivato per la prima volta in un paese straniero in un altro continente, era naturale per me rapportare tutto all’Italia. La prima mattina che feci colazione in hotel rimasi disgustato del caffe “brasiliano” e pensai dicendo a me stesso in silenzio << nel paese del caffè non sanno fare il caffe!>>. Cosi andai avanti scocciato fino alla terza mattina senza il mio latte e caffè. Ero ultra scocciato e irritato, anche perché ero lontano da casa, dalle mie abitudini e cosi sarebbe stato per altri 4 mesi. Mentre mi avvicinavo al buffet, ebbi una piccola e personale illuminazione, e pensai << sarà che forse parto dal presupposto che quello che si fa in Italia è buono e quello che fanno gli altri no?>>. Fu sufficiente ad insegnarmi che il preconcetto con cui mi approcciavo doveva azzerarsi. Se lo avessi fatto per tutto, avrei scoperto che esiste altro, oltre quello che conoscevo. Oggi, 10 anni dopo quel caffe mi manca tanto che ogni tanto me lo ripropongo nelle piccole abitudini quotidiane. Salvador Bahia è un posto bellissimo. Se eliminassero dall’equazione la criminalità, lo si potrebbe definire un piccolo paradiso terrestre.
Vengo al punto. Ogni qualvolta ho ascoltato le lezioni scientifiche su spazio, tempo, costellazioni, galassie, pianeti, stelle, ho sempre sentito misurare usando il nostro metro. Mi riferisco al metro scientifico stabilito da noi esseri umani per rapportarci “al tutto”. Se parliamo di massa di una stella il metro è la stima di quante masse solari sia la corrispondenza, il sole è il nostro; se parliamo di distanze il metro è il nostro anno solare rapportato in anni viaggiando alla velocità della luce. Fin qui tutto ok. Ci sta che usiamo il nostro metro. La mia domanda è “chi dice che sia il punto di osservazione giusto?”. Mi spiego, l’età della nostra galassia è stimata in 90 e più miliardi di anni (4, 7,5 non sono tutti dello stesso avviso). Ricavata dai dati in possesso a noi perche passiamo il nostro tempo a rapportare le cose al nostro unico punto di osservazione.
Se fossimo nati su un buco nero? il nostro modo di contare le ore sarebbe lo stesso? Sapendo che un ora su un buco nero puo corrispondere a 4 anni fuori dal buco nero? Il film Interstellar ci ha catapultati in un universo dove alcune verità sono più che universalmente accettate anche dalla scienza. Un abitante del pianeta oceanico dove quasi due ore corrispondono a 23 anni sulla terra, il nostro metro avrebbe un valore diverso. Quanti anni avrebbe l’universo secondo il lotto di misure in possesso di un abitante di un buco nero? Magari non c’è risposta, o magari qualcuno una risposta gia la ha. Magari la risposta è che non ha senso pensarci. Continuerò a cercare la risposta, magari mentre sorseggio un buon caffe brasiliano.
grazie del tuo tempo.
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